Cesira Sardo nata il 6 dicembre 1884 a Selno, 34 anni

Allegato n. 58

VERBALE DI INTERROGATORIO

L’anno 1918 il giorno 18 del mese di Giugno in Bollate alle ore 9; Davanti a noi addetti all’Ufficio del Generale Ispettore del Comando del Corp d’Armata di Milano ed appié del presente atto sottoscritti si è proceduto all’interrogatorio della signorina SARDO Cesira fu Antonio, nata a Selno il 6 Dicembre 1884, impiegata, abitante in Bollate; Diffidata la predetta di dire tutta la verità e null’altro che la verità e di mantenere il segreto sulla sua deposizione, viene raccolta a verbale la seguente dichiarazione:

Ero impiegata presso lo stabilimento Sutter e Thevenot da circa 11 mesi e per un incidente provocato dal Dottore Vercelli della ditta (persona losca riconosciuta da tutti) dovetti firmare il 21 scorso maggio, il mio licenziamento propostomi con forma melliflua dal Tenente di Sorveglianza sig. Seveso e dal Capitano sig. Montesi appartenente alla zona sorveglianza disciplini nare di Monza. Anzi il capitano Montesi mi ha offerto a titolo di buona uscita a nome della ditta, e perchè mi mantenessi cortese verso quest’ultima, lire cinquecento. Per non dilungarmi in parti colari che potrebbero avere carattere personale, pur riflettendo l’andamento generale dello stabilimento nei confronti del DR. Vercelli e degli ingegneri, esibisco in copia un incartamento da me diretto al Comitato Regionale di Mobilitazione ed al Capitano Montesi per il tramite del Tenente Seveso, per il quale non ebbi ancora risposta.

Nel tempo in cui presso lo stabilimento ne osservavo lo svolgimento delle operazioni ho potuto constatare che nei vari reparti era cura di togliere determinati elementi per sostituirli con persone per le quali si vedeva aumentare man mano la confidenza dei singoli ingegneri di reparto. Mentre ciò in teoria dovrebbe essere il sistema per migliorare l’andamento della produzione, era invece una forma di peggiorarlo mettendo a quei posti individui inadatti che si son visti man mano entrare nelle grazie degli ingegneri stessi/

Così si cambiò il sig. Caprini, tecnico, che si trovava alla produzione della polvere presso l’Ing. Usberg, per essere sostituito dall’Usberg stesso. A provare la cattiva produzione di polvere da allora prodotta, si nota la richiesta da parte del Ministero prima del disastro della produzione di polvere di questi tempi provocata certo da reclami dal fronte.

Il sig. Sardella Giovanni, già appartenente al distaccamento che forniva le sentinelle esterne allo stabilimento, individuo che ebbe da borghese frequenti rapporti colla Germania e colla Svizzera Tedesca quale rappresentante di pizzi, nastri e mode, lo si vide ad un tratto esonerato quale capo reparto bombette (ora scoppiato) e poi segretario e factotum del direttore generale ing. Meyer. Ogni spesa ed ogni atto viene da lui disposto ed è il solo che può modificare in realtà l’andamento amministrativo dello stabilimento. Individuo losco per rapporti intimi colle ragazze dello stabilimento, dipendeva da certa Lucini Virginia, magazziniera ai viveri, e da lui protetta, per avere le grazie delle ragazze, e qualche volta anche dei prestiti. Verso il personale in genere è cortese solo con chi concede le grazie, mentre licenzia anche per nonnulla o maltratta, umiliando, chi non é nel suo libro.- In esso si è riscontrato un continuo aumento di famigliarità e di intrinsichezza con tutti gli ingegneri tedeschi dello stabilimento, specialmente col Balser, tanto da apparire una strana rassomiglianza di carattere.- Si sa che molto spesso il Sardella coll’Ing. Sutter si recavano alla sera a Castellazzo nella villa Sormani, dove si giocavano colla contessa anche 500 lire per sera. Ciò era fatto al duplice scopo di accappararsi la protezione dell’On. Sormani, marito della contessa e di riuscire all’acquisto di un appezzamento di terreno della contessa stessa che il Sutter desiderava. A delineare l’ambiente direttivo dello stabilimento (ingegneri e direttori tutti tedeschi) ho notato che in occasione della ritirata di Capretto, colla maschera di festeggiare S. Barbara; hanno fatto alla mensa di sera fino ad ora tarda, anzi, oltre la mezzanotte, gazzarra con brindisi di vini champagne ed altri prelibati, unitamente al sig. Sardella che è direttore di mensa. Ho notato pure che in tutte le occasioni di piccoli rovesci da parte nostra gli ingegneri tedeschi, in ispecie il Basler, si mostravano evidentemente soddisfatti, mentre la loro fisionomia si turbava quando le nostre armi erano vittoriose. Il disastro secondo me è da attribuirsi a dolo, naturalmente ben preparato dall’elemento tedesco, che ritengo l’unico responsabile di questo fatto. Io che conosco l’ambiente di Bollate posso dire che non solo le famiglie dei poveri morti pel disastro, ma tutta la popolazione indistintamente chiede all’Autorità che sia fatta giustizia.

Letto, approvato e sottoscritto previa approvazione delle parole interlineate.

f° Cesira Sardo

f° Tenente Col. Enrico Fiamberti

f° Ten. Col. A. Colombo.

f° Maggiore Generale Lavallea Giuseppe.

Alle ore 14 si riapre l’interrogatorio e la signorina Cesira Sardo dichiara: Nel mese di agosto del 1917 ebbi a sentire da una ragazza che controllava il caricamento delle bombarde che molte volte si era lagnata coll’Ing. Rasi che suddette si trovavano con metà carica. Al che il Rasi rispondeva; “Passino, passino”: Detta ragazza si rivolse anche al tenente Bottini, il quale lamentò il fatto all’ingegnere, ma assente il Bottini, il fatto ebbe ancora a ripetersi.

Ricordo pure che da parecchio tempo si confezionavano pure delle bombette con carica di sabbia che, si diceva, dovessero servire per l istruzione delle reclute del 1900.

Letto, approvato e sottoscritto.

f° Cesira SardoL

f° Tenente E. Fiamberti

f° Ten. Col. A. Colombo

f° Maggior Generale Lavallea Giuseppe.