Gina Marini nata il 17 febbraio 1896 a Milano, 22 anni

Allegato n. 72

VERBALE D’INTERROGATORIO

L’anno 1918 il giorno 25 del mese di Giugno in Bollate alle ore 9,30

Davanti a noi, addetti all’Ufficio del Generale Ispettore del Comando del Corpo d’Armata di Milano, ed appiè del presente atto sottoscritti si è proceduto all’interrogatorio della Signorina Marini Gina di ignoti, nata a Milano il 17 Febbraio 1896, infermiera, abitante in corso Indipendenza 6 a Milano.-

Diffidata la predetta di dire tutta la verità e nulla altro che la verità e di mantenere il segreto sulla sua deposizione, viene raccolta a verbale la seguente dichiarazione:

Sono infermeria presso lo stabilimento Sutter e Thevenot da circa 20 mesi. Al momento del disastro mi occupai subito della medicazione dei feriti. Non vedendo giungere il medico sentendomi incapace per il numero e per l’importanza dei feriti di continuare a lungo l’opera mia, in un istante di sosta corsi per chiamare il medico che ero convinto si trovasse alla mensa. Lungo la via lo incontrai calmo e sereno che con passo normale si avvicinava; al mio invito di affrettarsi rispose seccato che sarebbe venuto con calma.- Alla sera del disastro portatami a Bollate per telegrafare alla mia famiglia ho sentito da una folla di persone pronunciare le frasi: “Se l’Autorità non provvede a mandar via quei tedeschi, salterà per aria Castellazzo, ma salteranno per aria anche i tedeschi” Ricordo che una ferita spirata fra le mie braccia agli ultimi momento mi disse: “Cos’è successo Gina? ci hanno ammazzate apposta.”

Io non sono tecnica, ma sono di opinione, come in genere tutte le popolazioni quì vicine, che il disastro sia dovuto a tradimento. La presenza di ingegneri tedeschi nello stabilimento avvalora tale convinzione.=

Circa il Dott. Vercelli, col quale lavoro in infermeria, debbo dichiarare che con me non si è certamente comportato da uomo serio e che mi vede di mal occhio non avendo io voluto acconsentire alle sue voglie. Aggiungo che, un giorno precedente al disastro, riferendosi ad un incartamento presentato dalla Signorina Sardo al Comitato Regionale per mezzo del Tenente Seveso addetto alla disciplina, incartamento contenente una mia dichiarazione e che doveva rimanere riservata, mi disse: ”Guarda che la tua lettera è stata adoperata per quell’uso “. Anche il Sig. Sardella e l’Ing. Sutter mi fecero allusioni all’incartamento predetto, dicendomi chiaramente che al Comitato Regionale non attecchiva.-

Letto, confermato e sottoscritto

f° Marini Gina

“° Tenente Enrico Fiamberti

“ Tenente Colonnello Ascanio Colombo