Maria Minonzio, nata il 28 febbraio 1901 ad Arese, 17 anni

Allegato n. 16

VERBALE DI INTERROGATORIO

L’anno 1918 il giorno nove del mese di Giugno in Castellazzo di Bollate;

Avanti a Noi, addetti, all’Ufficio del Generale Ispettore del Corpo d’Armata di Milano, ed appié del presente atto sottoscritti é comparsa la Signora Minonzio Maria di Carlo, nata a Arese il 28 febbraio 1901, operaia dello Stabilimento Sutter e Thevenot, abitante alla Frazione Torretta del Comune di Arese.

Diffidato il predetto di dire tutta la verità e null’altro che la verità e di mantenere il segreto sulla sua deposizione interrogato risponde:

Nel giorno dello scoppio alla mattina io ero stata destinata a timbrare e difatti lavorai la mattina fuori del capannone. Venuta l’ora della colazione (1/2 giorno) colle mie compagne che calcolo fossero circa 40 lasciamo il capannone, il quale normalmente viene chiuso col lucchetto e la chiave viene trattenuta dall’assistente Chiesa oppure da certo Ugo, Bolognese. All’una rientrammo al lavoro ed io ripresi il mio lavoro. Dopo poco tempo, sentendomi male ad una gamba (la destra) andai all’infermeria, e uscitane, incontrai e mi fermai con un’amica circa 5 minuti, e ripreso il cammino sentii lo scoppio. Spaventata mi portai alla parte bassa dello stabilimento, da dove poi mi recai a casa.

A domanda risponde:

La disposizione dei capannoni da dove ebbe inizio lo scoppio nelle vicinanze dei quali lavoravo era: di uno trasversale a tre scompartimenti, nei quali scomparti 12 ragazze avevano l’incombenza di ricevere dagli altri reparti le bombette quasi ultimate, applicavano il detonatore per passarle poi all’involucro di carta, poi alla paraffina ed all’imballo. Queste ultime due funzioni venivano però eseguite nei due capannetti attigui pure essi scomparsi. Nel capannone traversale di cui si parlò prima la scorta di materiale esplosivo era mai superiore a 2 cassette per scomparto, in totale 6 cassette e circa 200 detonatori.

A domanda risponde:

Durante l’ora di colazione la sorveglianza esterna dei capannoni di questo reparto é affidata a un certo Pucci, ex sarto di Garbagnate.

A domanda risponde:

Una volta sola mi occorse nel riporre in alto della catasta una cassetta piena, questa mi si aperse scaricando il contenuto che potei trattenere in parte coll’ausilio della testa, ma una bombetta cadde a terra senza prodursi nessun danno. Seppi che altre volte caddero delle bombette senza esplodere.

A domande risponde:

Dubito che una della cause che possono provocare una esplosione di una sola bombetta, sia il mantenerla troppo immersa nella paraffina liquida, avvertenza che la maestra ripetutamente dava alle lavoranti, ma come ripeto la funzione della paraffina trovavasi in altro capannone attiguo a quello dei tre scomparti.

A domanda risponde:

Parecchie volte lo stabilimento viene visitato da borghesi accompagnati o dall’ingegnere o dall’ufficiale di sorveglianza.

A domanda risponde:

Circa le cause che possono avere determinato lo scoppio posso asserire che un singolo detonatore che per incuria possa scoppiare non trasmette scoppi a nessuno degli altri di scorta e mi riferisco al caso avvenuto nei primi giorni della lavorazione, nei quali scoppiato un detonatore ferì la sola ragazza senza produrre altri danni. La pratica però ha dimostrato come quando per inavvertenza il detonatore fosse applicato può provocare dei danni. Due ragazze morirono per questa inavvertenza.

Letto, confermato e sottoscritto.

F° Maria Minonzio

F° Tenente Enrico Fiamberti

F° Ten. Colonnello A. Colombo

Alle ore 17.15 del giorno 19 Giugno 1918 in Arese alla frazione Torretta;

Avanti di noi sottoscritto Ufficiale di Polizia Giudiziaria assistito dai Signori Tenente Colonnello Colombo Cav. Ascanio del 246° Batt.M.T. e Tenente Fiamberti Sig. Enrico dell’Ufficio del Generale Ispettore Lavallea Comm. Giuseppe del Comando del Corpo d’armata di Milano.

E’ personalmente comparsa la Signora Minonzio Maria di Carlo nata a Arese il 28 febbraio 1901, già operaia dello Stabilimento Sutter e Thevenot, qui abitante, la quale diffidata a dire la verità ed opportunatamente interrogata dichiara:

Unica superstite del capannone esploso a Castellazzo di Bollate, posso affermare che la disposizione degli attrezzi e materiali esistenti nel capannone stesso sino a dieci minuti prima dell’esplosione, momento in cui lasciai quel locale era come segue: Entrando dalla porta verso i capannini, a sinistra due tavole disposte longitudinalmente alle quali lavoravano le ragazze per l’insacchettatura delle bombette; a destra una tavola vuota sulla quale non si lavorava; oltre la tavola di destra esisteva una catasta di cassette P 0 in numero di circa 100 pronte per la spedizione, il cui trasporto era in corso; di seguito al tavolo di sinistra e precisamente in fondo contro la parete di testa esisteva un tavolo dove si timbravano le cassette al quale io pure lavoravo, colle spalle rivolte alla porta dei capannini. Un altro tavolo poco discosto in mezzo del capannone serviva per la chiodatura delle cassette, che si eseguiva man mano che la cassette arrivavano dal locale della paraffina.-

Escludo che nel capannone distrutto, fino a dieci minuti prima della esplosione, esistessero cassette di petardi O.P.I. = I proiettili di questa qualità O.P.I. Caricati nel pomeriggio del giorno 6 andante, (portante il numero 346 di lotto) non erano più nel capannone ma erano stati trasportati sotto il portico che si trova al di là del terrapieno.-

Alle ore 13 il Sig. Chiesa Giuseppe venne nel capannone poi distrutto ed io parlai con lui.

A domanda risponde: Il Tenente Collaudatore del mio reparto Sig. Dusnasi venne nel capannone distrutto verso le ore 10 e 30 del 7 andante; a tale ora non si trovava più nel capannone predetto il lotto di O.P.I. Né alcuna cassetta di questo tipi do bombette.

L’Ing. Basler venne alla mattina tre o quattro volte nel capannone poi distrutto. Dopo le ore 13 non si vide più colà. In tutte la giornata del 7 andante non vidi colà neppure l’Ing. Meyer.

Di quanto precede si é redatto processo verbale, che, previa lettura, conferma, viene sottoscritto dalla Minonzio, dai testi e da noi verbalizzato.-

F° Maria Minonzio

F° Tenente Enrico Fiamberti – F° Ten. Colon. A. Colombo

F° Pettoleti Natale Maggiore CC. RR.

Ufficio Speciale di Investigazione.