Teresa Aldera, nata il 14 maggio 1888 a Oleggio, 30 anni

Allegato N. 21

VERBALE DI INTERROGATORIO

L’anno 1918 il giorno 10 del mese di Giugno in Castellazzo di Bollate alle ore 11; avanti a noi addetti all’Ufficio del Generale Ispettore del Corpo d’Armata di Milano ed appié del presente atto sottoscritti è comparsa la signora ALDERA Teresa fu Carlo nata ad Oleggio il 14 Maggio 1888, nubile abitante a Garbagnate Milanese, operaia dello Stabilimento Sutter & Thevenot.

Diffidata la predetta di dire la verità e null’altro che la verità e di mantenere il segreto sulla sua deposizione interrogata risponde:

Io mi trovato in terza fila al momento dello scoppio intenta alla lavatura di timbri usati da me al mattino. Ero seduta sul tavolo al mio lavoro quando intesi lo scoppio che mi lanciò a terra e su di me si riversò la catasta di casse contenenti le bombe P. 2 Mi salvai perchè la testa mi riescì sotto il tavolo; il resto del corpo mi fu ammaccato dalle casse. Posso assicurare che nessuna di queste è scoppiata.

Dopo questo fatto mi recai alla medicazione e poi a casa. Corrono voci in paese di Garbagnate che la causa del disastro sia provocata e non casuale, riferendosi precisamente al personale straniero che si trova in servizio nello stabilimento, in quanto tutti sono convinti che esplosione per caduta di casse non poteva avvenire; anzi mi ricordo che un operaio allogando una cassa schiodata fece cadere cinque bombe P. 2 che raggiunta la terra col percussore in basso, si contorse questo ma non esplose. Durante l’esecuzione del lavoro il solo sig. Sutter ci raccomandava attenzione e calma, mentre tutti gli altri capi (tedeschi compresi) pretendevano un quantitativo di lavoro tale che ci costringeva ad accelerare e non essere troppo guardinghe.

Durante l’ora di colazione, sgomberati i capannoni delle operaie, cerco “Giovanni” di Cesate, aveva l’incarico di visitare i capannoni e assicurarsi che fossero vuoti di personale e vigilare le corse esterne accioché nessuno potesse avvicinarsi ai capannoni. Anzi, il medesimo chiudeva e portava le chiavi al Sig. Chiesa. Il mio lavoro da alcuni giorni era quello di levare il percussori delle bombe P. 2 in ricupero; queste sempre nella fila terza, venivano man mano completamente scaricate ed il materiale esplodente riposto in polveriera; nel capannone il quantitativo massimo di esplosivo che rimaneva era di circa Kg. 80 di polvere Echo. Tutto questo però ripeto in terza fila, dove nessuna esplosione è avvenuta. Non ho mai visto visitare lo stabilimento da altri che non fossero militari. Nel capannone esploso di prima fila, dove cioè si contavano e si somministravano i detonatori ai capannini, esistevano le casse complete pronte per la spedizione. Parecchie ragazze non intendono più di tornare a questo lavoro; io però ritornerò in quanto non mi fa paura.

Letto, confermato e sottoscritto, previa approvazione della parola “applicavano”.

f° Aldera Teresa

f° Ten. Enrico Fiamberti.

f° T.Col. Ascanio Colombo.

f° Maggior Generale Lavallea Giuseppe